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al testo proposto da Fausta Genziana Le Piane
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Respiro verde-celeste
Una lingua di sabbia acqua detriti di cielo mutevoli quanto basta mi scavano dall’infanzia.
Io abbacinata dal mare sempre in me lo porto e vivo come preghiera.
In ogni mia parola la sua forza venata di puntiglio ma anche il suo “attimo fuggente” aperto alla sfida qualunque cosa il gallo canti all’aurora della sorte.
Il mondo? Un flusso incontenibile onda anche di me tra vicina miseria e lontana eternità nella sfuggente meraviglia di un respiro verde-celeste sacro a ogni distanza.
Iole Chessa Olivares, Nel finito…Mai finito, Edizioni Nemapress, 2015
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